venerdì 29 marzo 2013

Salva un agnello - Un'investigazione di Animal Equality

http://www.youtube.com/watch?v=P6yx003kGaA
"Ogni anno in Italia sono circa 4 milioni gli agnelli uccisi, cuccioli con poco più di un mese di vita, separati dall'intimo legame con le loro madri, maltrattati, marchiati e trasportati verso una fine crudele e violenta. Circa 800.000 muoiono esclusivamente nel periodo di Pasqua (assieme a pecore e capretti)."

Vendita di animali vivi nei supermercati

Firma la petizione per chiedere a Coop di non vendere più animali vivi


mercoledì 27 marzo 2013

Pasqua nel rispetto di tutti gli esseri viventi nelle parole del Papa


"Papa Francesco I ha lanciato un appello agli italiani perché «a Pasqua sostituiscano la carne d'agnello e capretto con menù alternativi»."

Scarica il menu vegano per Pasqua:

=> http://www.zucchinaverde.it/ricette.asp

Salvare l'Artico con Greenpeace

"il ghiaccio artico sta scomparendo più velocemente che mai. E mentre gli orsi polari sono a rischio, multinazionali senza scrupolo come Shell si affrettano a sfruttare il petrolio nell'Artico a ogni costo. Shell ha abbandonato i suoi piani di trivellare nelle acque artiche dell'Alaska per il 2013, ma già si prepara a tornare all'attacco. 

Il Presidente Obama può fermare Shell per sempre. Chiedigli ora di dichiarare l'Artico zona 'off limits' all'industria del petrolio."

Animali..


lunedì 18 marzo 2013

"La prova che siamo fatti l’uno per l’altro"

=> http://www.ilpost.it/2012/06/27/animazione-soulmates/

Fermiamo la mattanza delle volpi a Siena

<<A Siena il via libera alla mattanza delle volpi. Fin dentro la tana Dal primo aprile comincerà a Siena (città che darebbe già in abbondanza, sul tema animali, con il terribile Palio annuale) la “caccia alla volpe in tana”.>>
FIRMA LA PETIZIONE: www.change.org/it/petizioni

giovedì 14 marzo 2013

venerdì 8 marzo 2013

Menarini: giù le mani dagli 8 cani destinati alla sperimentazione

<< URGENTISSIMO – STANNO ARRIVANDO CANI DA SPERIMENTAZIONE IN ITALIA. PROTESTA NAZIONALE CONTRO MENARINI, LA VIVISEZIONE E L’IMPORTAZIONE DI BEAGLE DA SPERIMENTAZIONE.   Freccia 45 ha avuto notizia certa sulla preparazione di 8 cani (verosimilmente beagle) destinati in Via Tito Speri a Pomezia. I cani, i cui documenti sono stati compilati in Belgio a cura dell’autorità sanitaria belga, partiranno questa mattina - 7 marzo - alla volta dell’Italia.
I cani arriveranno nei laboratori del RESEARCH TOXICOLOGY CENTRE S.p.A. di Pomezia in tarda mattinata – primo pomeriggio del medesimo giorno. FRECCIA 45 chiede la liberazione dei beagle di MENARINI.

  Al MINISTERO DELLA SALUTE Agli AEROPORTI DI ROMA S.p.A. Al RESEARCH TOXICOLOGY CENTRE S.p.A. Al GRUPPO MENARINI     GREEN HILL era l’unico allevamento per cani da sperimentazione in Italia. Nonostante l’autorizzazione non sia stata ancora revocata ed i cani siano ancora sotto sequestro, la struttura non sta operando e le molteplici società Italiane che sperimentavano e continuano a sperimentare sui cani si vedono costrette ad importare dall’estero il loro “materiale da vivisezionare” Il materiale, però, sono esseri senzienti come noi!

Tra le numerose strutture utilizzatrici autorizzate dal Ministero della Salute alla sperimentazione con uso di animali ai sensi del D. Lgsl. 116/92 vi è il RESEARCH TOXICOLOGY CENTRE S.p.A. di Pomezia (Roma) del gruppo MENARINI, che ha chiesto ed ottenuto l’autorizzazione a compiere le cosiddette sperimentazioni in deroga senza l’uso di anestesia (art. 9).
I cani ordinati dal Belgio il 6 marzo 2013 sono solo la punta di un sistema che non funziona. I controlli e le ispezioni non vengono effettuate o troppo stesso vengono compiute da addetti compiacenti (vedi il noto caso Green Hill) e le autorizzazioni vengono rilasciate sulla base di fogli compilati. E gli animali?   Il tema della vivisezione è scottante e le industrie farmaceutiche hanno paura, annullano i voli della tortura ed ipotizzano come raggirare controlli, comunicazioni ed autorizzazioni. L’opinione pubblica è riuscita più volte a bloccare i viaggi della morte.
Questo momento è importante per dare un forte segnale e chiedere di cessare il trasporto di animali per la vivisezione.
- Chiediamo al Gruppo Menarini e quindi anche al RESEARCH TOXICOLOGY CENTRE S.p.A. di mettere in libertà gli 8 cani appena ricevuti e porre fine a questi crimini.   - Rinnoviamo al MINISTERO DELLA SALUTE, come già domandato nell’appuntamento di gennaio, di non voler concedere per l’anno 2013 autorizzazioni all’importazione di animali da vivisezione.
- Chiediamo alla Direzione Aeroporti di ROMA di prendere una posizione netta e decisa contro la sperimentazione e quindi di non voler più autorizzare partenze ed atterraggi di animali destinati alla sperimentazione.
La sperimentazione non è una scienza, è una crudeltà perpetuata dall’uomo ai danno degli animali e degli uomini stessi.
Fate sentire la vostra voce in favore degli animali!
Clicca qui per firmare la petizione di Salvatore, "Menarini: giù le mani dagli 8 cani destinati alla sperimentazione.">>

Giornata internazionale della donna ;)


Pensa di nascere e vivere così...

THE FASHION DUEL by GREENPEACE

"la casa del bradipo, del giaguaro e della tigre di Sumatra è in pericolo. In Amazzonia, infatti, milioni di ettari di foresta vengono distrutti per produrre pelle che spesso finisce in scarpe, borse e cinture. In Indonesia le foreste pluviali vengono trasformate in carta, scatole e sacchetti per i nostri acquisti. Non è tutto. Tanti degli stabilimenti che stanno avvelenando i fiumi in Cina e nel Sud del Mondo operano nel settore del tessile. 
Può un vestito o una borsa che costa migliaia di euro essere complice di questi disastri? Scrivi a Prada, D&G, Trussardi e Chanel per chiedere una moda senza distruzione. Siamo già più di 25 mila ma abbiamo bisogno di essere ancora di più per convincerli tutti. Firma anche tu la petizione."

martedì 5 marzo 2013

La carne e le malattie

"UN’UMANITA’ IN PAUROSO DECLINO FISICO, E NON SOLO
Domanda: dal momento che la specie umana è la sola tra tutte le specie del regno animale ad essere colpita da infarto e da malattie degenerative e dal momento che le statistiche ufficiali dell’OMS ci informano che il 75% delle malattie sono dovute alla cattiva alimentazione e il 34% delle neoplasie è attribuibile al consumo di carne ed un altro 30% è attribuibile al fumo di sigaretta; dal momento che chiunque sarebbe incriminato a invogliare pubblicamente la gente a fumare un pacchetto di sigarette al giorno, non è forse altrettanto irresponsabile quanto criminoso consentire ai nutrizionisti televisivi di invitare la gente a mangiare la carne?"
leggi l'articolo: http://www.flipnews.org/flipnews/index.php?option=com_k2&view=item&id=1614%3Ala-carne-causa-pi%C3%B9-malattie-del-fumo-di-sigaretta

cruelty free


venerdì 1 marzo 2013

Lettera ai vegetariani...lettera a me...qualcosa per non smettere di riflettere e migliorarsi - per qualcosa che vale


"Lettera aperta ai vegetariani
di Marina Berati (marzo 2002)
Questa lettera è indirizzata a chi è vegetariano per motivi etici, ma non ancora vegano. Cosa voglio trasmettervi, in queste pagine? Voglio convincervi a diventare vegani, ve lo dico subito. Voglio spiegarvi perché lo sono diventata io, nella speranza che gli stessi meccanismi di pensiero e di empatia funzionino anche in voi. Forse pensate che sarebbe più utile convincere i carnivori a diventare vegetariani, piuttosto. Ovviamente va fatto anche questo, e le facciamo ogni giorno con tante iniziative, ma qui, in questa lettera, voglio comunicare con voi, voi vegetariani, che già sentite, come me, orrore e rabbia al solo pensiero che un animale possa essere ucciso, angoscia e furore per gli allevamenti, i pescherecci, i macelli. Così possiamo ragionare su basi comuni. E questo è un compito altrettanto importante, perché si tratta, anche in questo caso, di salvare delle vite.

Io sono stata vegetariana per nove anni. Non vi spiego i motivi, perché sono gli stessi vostri. Credevo che non sarei mai diventata vegana. Non è necessario, pensavo. Quello che voglio è non uccidere. E consumando latte e uova non si uccide nessuno. E' vero che c'è dello sfruttamento dietro gli allevamenti di galline ovaiole e mucche da latte. Ma il problema, allora, è cambiare i metodi di allevamento, di trattamento degli animali. Non è la produzione in sé di latte e uova, il problema. E' il metodo. Quindi, in linea di principio, mangiare questi alimenti non è sbagliato. Perché, comunque, non uccide. Devo dire che forse, anche fosse vero che il consumo di latte e uova non uccide gli animali, questo ragionamento non sarebbe stato molto valido, perché occorre comunque dissociarsi e non contribuire allo sfruttamento, quando esiste. Ma questo è quel che pensavo, e ne ero convinta. Forse anche molti di voi ne sono convinti, e, per essere più in linea coi propri principi, consumano solo uova di galline allevate a terra, o di piccole fattorie, e latte di allevamenti non intensivi.

Purtroppo, purtroppo per gli animali, intendo, questo non basta, perché c'è un problema in più: non è "solo" una questione di sfruttamento. Ma di uccisione. Perché anche il consumo di latte e uova implica, necessariamente, l'uccisione di animali. Non gli stessi individui che producono questi "alimenti" (o almeno, non subito), ma loro simili, i loro figli, che devono morire affinché questa produzione sia possibile. E' matematicamente, statisticamente, economicamente impossibile produrre latte e uova senza uccidere un altissimo numero di animali. Vi spiegherò ora perché. Per cui, alla fine, se avete scelto di essere vegetariani per non uccidere dovete, per lo stesso motivo, diventare vegani. Il motivo è identico, quindi è una decisione facile da prendere, perché ci siete già passati una volta. Siete già convinti della sua validità.

Mi concentro sul fatto dell'uccisione proprio per questo: si trattasse solo di sfruttamento, uno potrebbe sempre scegliere di usare prodotti di allevamenti non intensivi (il che significherebbe comunque, se si è coerenti, limitare molto il proprio consumo, renderlo minimale, perché gli allevamenti non intensivi non possono certo fornire prodotti a tutta la popolazione della Terra, nella quantità oggi considerata abituale). Ma si tratta invece di morte. E, come vegetariani per motivi etici, siete di sicuro già convinti che non sia lecito UCCIDERE gli animali. Perciò, punto su questo.

Perché produrre uova significa uccidere animali? Sentiamolo prima dalle parole di un allevatore di galline ovaiole. Vediamo qual è la realtà. I fatti, solo i fatti. E vediamo di tradurre questo esempio in una regola generale.

MUCCA PAZZA: SOS SMALTIMENTO IN DISCARICA PER PULCINI MORTI (ANSA) - ASTI, 3 FEB 2001 - Preoccupazione per lo smaltimento in discarica di quintali di pulcini morti, prima destinati alle industrie produttrici di farine animali, è espresso dagli allevatori dell'astigiano. L' SOS viene, in particolare, dall'azienda "Valversa" di Cocconato dove c'è il più grande impianto italiano di incubatrici per pulcini. "Ogni settimana - spiega Valerio Costa, uno dei fratelli titolari dell'azienda - dalle nostre incubatrici nascono 260.000 pulcini. Circa metà sono femmine e vivono per diventare galline ovaiole, l'altra metà maschi e vengono uccisi". Ogni settimana, dunque, tra pulcini morti e gusci d'uova, circa 300 quintali di scarti riempiono almeno 2 autocarri che, fino a quindici giorni fa, erano destinati alle fabbriche per le farine animali a un costo di 30 lire al chilogrammo. Adesso il sindaco di Cocconato, Carlo Scagno, dopo aver sentito tutte le autorità sanitarie regionali, ha emesso un'ordinanza che consente lo smaltimento nella discarica torinese di Basse di Stura per una spesa di circa 1.000 lire al chilo. "Non sappiamo - ha aggiunto il sindaco - fino a quando la discarica torinese potrà accogliere questi rifiuti speciali". D'altra parte "nell'azienda - afferma Costa - si lavora a pieno regime. Bloccare le incubatrici che ogni 21 giorni fanno nascere oltre un milione di pulcini e bloccare l'allevamento di oltre 50 mila galline che producono uova per le incubatrici, sarebbe un disastro". (ANSA).

Che cosa si ricava da questo, in sostanza? Che, mediamente, al fine di far nascere una gallina ovaiola, un pulcino maschio viene ucciso. Nella maggior parte dei casi viene ucciso subito, tritato, soffocato, gasato. Questo è il caso più "fortunato" per lui. In alcuni altri casi, vive qualche settimana per poi essere macellato come pollo. E questo vale ovviamente anche per le galline dei piccoli pollai a conduzione familiare o amatoriale. Anche per quelle galline che non finiranno mai macellate (come invece finiscono macellate quelle ovaiole degli allevamenti intensivi, in gabbia o a terra che siano, a fine carriera). Se in un pollaio ci sono anche solo cinque galline, da qualche parte saranno nate, no? Non ci sono di certo anche cinque galli, lo dice pure il proverbio... Al più, un gallo. E gli altri quattro, che statisticamente devono essere nati per poter aver le cinque galline femmine? Uccisi. Da qualunque posto venissero le galline. Questa è solo logica, e statistica.

Veniamo al latte. Perché la sua produzione comporta l'uccisione di animali (a parte le mucche da latte stesse, a fine carriera)?

Un esempio, dal mondo reale della produzione della mozzarella di bufala, una testimonianza di prima mano (apparsa in una mailing list a diffusione pubblica):

12 marzo 2002 - Il 12 di febbraio ultimo scorso, tornando a casa, ho intravisto una grande macchia scura sul bordo della strada. Avvicinandomi, ho visto che "la cosa"... era un bufalotto di alcuni giorni, ancora vivo. Devo dire che diverse volte negli anni mi è capitato di vedere carogne di bufalotti nei campi e lungo le strade, e ho sempre pensato che fossero morti di malattie perinatali. Ho segnalato il fatto all'autorità competente che è intervenuta per rimuovere la carcassa. Ma questa volta non si trattava di un cadavere, era un animale vivo. Un bufalotto maschio, senza marca nell'orecchio, senza padrone. L'ho caricato in macchina e l'ho portato a casa. Ho chiamato subito il Servizio Veterinario il cui responsabile ha detto che posso tenerlo per farlo crescere, perché probabilmente è stato abbandonato essendo un maschio. Allora i maschi vengono abbandonati? Si, mi è stato risposto, è l'abitudine in zona. Per legalizzarlo sono andata ai Carabinieri per fare la denuncia di "ritrovo". Anche il Comandante "sapeva": i maschi si uccidono, si lasciano lungo le strade, è "normale", non servono, non danno latte. Si parlava di soffocarli buttando la paglia in gola... Con il Servizio Veterinario abbiamo fatto i calcoli: circa 15.000 bufalotti maschi all'anno "non nascono" ufficialmente. Ma devono essere nati, perché la natura procura l'equilibrio: nascono tanti maschi come femmine. E se sono iscritti 40.000 bufali femmina devono essere minimo 15.000 i maschi che "spariscono". Ho sentito di altri "metodi" di uccisione: la maggior parte degli allevatori semplicemente lascia morire di fame i neonati, cioè li allontanano dalla mamma subito dopo il parto e non danno più attenzione. Muoiono! Basta! Ci sono quelli che li sotterrano vivi e ci sono quelli che li buttano nella fossa del letame. Qualche allevatore locale cresce i bufali maschi per la carne. Una percentuale molto bassa. Per il resto, per continuare a produrre mozzarella di bufala si dovrebbe organizzare una raccolta dei piccoli appena nati per portarli ai macelli.

Al di là dell'esempio specifico, per far produrre latte alla mucca occorre farle partorire un vitellino. Uno ogni anno, o ogni due, in ogni caso, se il vitellino è maschio non potrà vivere come "mucca da latte", perciò vivrà qualche mese e poi verrà macellato. I bufaletti fanno la stessa fine dei pulcini, ammazzati, o lasciati morire, appena nati. I vitellini invece vengono abitualmente mangiati, perciò vivono qualche mese per mettere su carne.

In conclusione, non è pensabile che possano essere mantenuti "a sbafo" animali improduttivi (i maschi). Anche nei piccoli allevamenti. Significherebbe raddoppiare i costi. E se mai gli allevatori e i consumatori diventassero così (e comunque ADESSO non lo sono e quindi ADESSO latte e uova implicano morte) tanto sensibili al benessere degli animali da consentire agli animali maschi di vivere... credete davvero che non sarebbe più probabile che si arrivasse invece a una semplice rinuncia a quella piccolissima quantità di prodotti animali che allevamenti di questo genere consentirebbero di ottenere?

Mi sembra così dimostrata, in termini logici, e in termini empatici (con i due esempi sopra riportati, che non possono non far inorridire un vegetariano), la necessità di diventare vegani. Il perché queste ragioni non siano immediatamente visibili non lo so, io stessa ci ho messo nove anni a rendermene conto. E ora sono vegana da cinque anni. Una volta scoperti i motivi, quale può essere la remora a diventare vegani? Solo qualche problema pratico in più. Maggiore difficoltà nel mangiare fuori casa. Minore scelta di cibi, e quindi qualche dubbio sul "ma cosa posso mangiare???" Perplessità sull'aspetto salutistico no, perché è noto che latte e uova di certo non fanno bene, anzi. Piuttosto, il non voler rinunciare alla mozzarella così buona o all'omelette alle verdure. Però... ci siamo già passati una volta, nella transizione da carnivori a vegetariani. E ce l'abbiamo fatta. Possiamo farcela anche questa volta. Dopotutto, questi sono gli stessi motivi che adducono i carnivori nel non voler diventare vegetariani. E noi, da vegetariani, non li accettiamo, vero?

Attenzione: è vero che facciamo già molto come vegetariani, e non possiamo essere perfetti, che non ridurremo mai a zero il nostro impatto negativo sul mondo e sugli animali, però... queste non possono essere delle ragioni per non fare il più possibile il prima possibile. Una volta che ci rendiamo conto del perché sia giusto e necessario.

Datevi tempo. Ma iniziate a pensarci. Grazie."

tratto da: http://www.veganhome.it/vegetariani/lettera-aperta/