IL COMUNE DI CERNAVODA CAMBIA STRATEGIA E CONDANNA 300 CANI RANDAGI |
“Continuano ad arrivare randagi dalle località limitrofe, c’è un oggettivo problema di sicurezza per gli abitanti. La popolazione ci chiede di liberare le strade e noi rispettiamo la volontà dei cittadini”.
E’ con queste parole che Sindaco di Cernavoda Liviu Negoita ha spiegato alla presidente di Save the Dogs le ragioni per cui dal 10 luglio scorso i mezzi della Green Life Recycling (ditta di Ovidiu che ha in appalto il servizio numerose località della provincia di Costanza) stanno rimuovendo decine di cani in seguito alla stipula di un contratto per l’eliminazione di 300 randagi.
Non è però solo l’improvvisa decisione del Comune a lasciare esterrefatta l’associazione, ma le modalità con cui si è arrivati a tale contratto. Per mesi infatti si è parlato di finanziare in modo più consistente le attività di prevenzione di Save the Dogs e di agire con forza su chi abbandona sul territorio gli animali non voluti. La notizia dell’arrivo improvviso in città degli accalappiacani e del contratto da 20.000 euro con la Green Life è perciò arrivata come un fulmine a ciel sereno.
“Collaboreremo con voi per multare chi non sterilizza e chi non registra in anagrafe il proprio cane – ha assicurato il sindaco Liviu Negoita durante l’incontro con Sara Turetta, la quale ha chiesto spiegazioni al Primo Cittadino – ma noi non seguiamo la volontà di Save the Dogs o delle associazioni per la protezione degli animali: noi rispondiamo alla volontà popolare”.
Preso atto con profondo disappunto della nuova politica dell’Amministrazione Comunale, che purtroppo vede il sostegno compatto da parte di tutto il Consiglio e non lascia margini di manovra a Save the Dogs, Sara Turetta ha chiesto con forza al Sindaco e al Vice Sindaco Serif Cirjali di assistere – in conformità con i decreti attuativi della Legge 258/13 – alle operazioni di cattura, di avere accesso al contratto con la Green Life Recycling e a tutti i dati relativi al numero di cani catturati ed eliminati. Inoltre ha segnalato irregolarità relative ai veicoli utilizzati (che non recano i dati della ditta) e al numero di gabbie da trasporto, in cui i cani vengono stipati anche 2-3 alla volta.
Save the Dogs intensificherà per quanto possibile le attività di sterilizzazione e identificazione in città, impiegando anche la clinica mobile, e controllerà da vicino l’operato della Green Life Recycling per impedire abusi e ottenere perlomeno il rispetto delle leggi in vigore ma in questo momento drammatico solo maggiori risorse e adozioni all’estero ci permetterebbe di sottrarre più animali agli accalappiacani.
Il Direttivo di Save the Dogs and other Animals
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martedì 18 luglio 2017
IL COMUNE DI CERNAVODA CAMBIA STRATEGIA E CONDANNA 300 CANI RANDAGI
lunedì 17 luglio 2017
venerdì 14 luglio 2017
giovedì 20 aprile 2017
giovedì 23 marzo 2017
Ferma la mattanza delle balene
Tra pochi giorni la Norvegia si lancia nella sua più orribile tradizione -- il massacro di centinaia di balene, la grande maggioranza incinte. Ma quest’anno abbiamo una strategia per dire “Norvegia, fermati!”
Le balene sono creature incredibilmente intelligenti, sappiamo che con il loro ‘canto’ comunicano tra di loro e che provano emozioni simili a quelle umane. Ma ogni anno in Norvegia sono cacciate e fatte a pezzi e poi usate per farne cibo per animali e prodotti di “bellezza”! È allucinante.
Senza l’attenzione dei media la Norvegia è diventata il primo killer globale di balene. Ma ora un’enorme ondata di indignazione può far chiudere i porti europei alle loro baleniere, bloccando la vendita. Con l’Islanda ha funzionato, firma ora la petizione.
FIRMA LA PETIZIONE PER FERMARE QUESTA CRUDELTÀ
domenica 19 febbraio 2017
L'ORRORE DI BANDUNG
Orsi scheletrici che elemosinano cibo, orsi che mangiano le proprie feci per noia estrema, elefanti incatenati e morti per mancanza di cure. Questa è la realtà dello zoo di Bandung, in Indonesia, documentata da diversi video diffusi a fine 2016. Ma questo zoo degli orrori è solo uno dei molti che fanno triste mostra di sé nel Paese del sud-est asiatico, veri e propri lager che non raggiungono neanche lontanamente gli standard minimi di benessere degli animali previsi dalla legge. Anche se, in uno zoo, di benessere non si può parlare. Traffico illegale di fauna esotica, deforestazione causata dalla continua richiesta di prodotti come l’olio di palma per il mercato occidentale: lo scenario sul quale si stagliano queste prigioni a cielo aperto è complesso e non esclude la responsabilità che deriva dalle nostre abitudini di consumo.
sabato 4 febbraio 2017
I dati 2026 sulle variazioni alimentari
http://www.animalequality.it/notizie/638/quanto-ha-perso-lindustria-della-carne-nel-2016-ecco-i-numeri-che-tutti-aspettavano
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